Lago Santo di Cembra
C’era una volta un uomo che, morendo, lasciò ai due figlioli una grande conca prativa. Ma si era illuso, quel poveretto passato a miglior vita, pensando che i figli si sarebbero divisi l’eredità di comune accordo. Ve lo immaginate, voi, un grande prato grasso e fertile, che poteva dare anche due tagli di fieno all’anno? Faceva gola ad entrambi i giovani ed ognuno lo avrebbe voluto solo e tutto per sé.
E infatti si misero a litigare. E forte, anche.
– Io sono il più vecchio – disse uno, – e per diritto il prato deve essere mio!
– E il volere di nostro padre? – alzò la voce quell’altro, – dove lo metti?
– Ma il nostro vecchio era rimbambito, non capiva quello che diceva…il prato è sempre stato del primogenito e non vedo perché proprio ora bisogna dividerlo…
Era necessario dirimere la questione e i due, allora, si diedero appuntamento all’alba del giorno dopo, in mezzo al prato conteso: – Risolveremo la cosa col pugnale in mano! – si dissero lasciandosi la sera.
Nessuno dei due dormì, quella notte, anche perché un furioso temporale si scatenò in valle.
Quando venne l’alba, il temporare imperversava ancora fortissimo. I due fratelli, come d’accordo, s’avviarono al prato di famiglia ognuno col coltello infilato nella cintura, ma quando arrivarono alla conca… al posto del prato trovarono un lago che si faceva sempre più grande e minacciava di allagare il paese.
I due fratelli capirono di essersi comportati male e chiesero subito perdono a Dio, che li aveva voluti punire con quel castigo tremendo. E, per suggellare la pace fatta, chiesero aiuto al parroco di Cembra che getto nel lago il suo anello consacrato. Subito, come per magia, l'acqua si fermò, la pace fu sancita e il pericolo fu finalmente lontano.